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Writer's pictureBeatrice Radi

Cronache di un gatto viaggiatore: la mia recensione

Ambientato in Giappone, è la storia di Nana un gatto randagio che viene adottato da Satoru. Un giorno però, Satoru non può più tenerlo con sè e i due iniziano un viaggio alla ricerca di un nuovo padrone per Nana.

Se non l'avete letto...Attenzione agli SPOILER!


Mi è piaciuto?


Contro ogni aspettativa... Sì, mi è piaciuto moltissimo!

Si tratta di un romanzo che mi ha veramente sorpresa, non è il mio genere, ma è veramente stato in grado di coinvolgermi ed emozionarmi.


Durante la lettura dei primi capitoli ero scettica, perché mi sembrava che l'autrice avesse voluto accontentare tutti i proprietari di gatti restituendo loro una narrazione "fanservice" i cui i gatti vengono rappresentati come despota in miniatura.

In realtà, dopo circa un terzo del romanzo, ho iniziato a capire che l'opera è molto più profonda di quello che sembra, nonostante, grazie ai capitoli narrati dal punto di vista di Nana (il gatto), riesca a essere leggero.


Potrebbe non risultare avvincente da subito perché la trama è piuttosto lenta e alterna numerosi flashback dell'infanzia/adolescenza di Satoru, con racconti di viaggio dei protagonisti, oltre a includere le storie dei vari amici di Satoru che lui incontra per l'ultimo saluto.

S'intuisce dall'inizio che ci sia qualcosa che non quadra nella motivazione di Satoru per voler abbandonare il suo gatto, ma (SPOILER) quando si capisce che Satoru è malato, tutto acquisisce un nuovo senso e si riesce davvero a entrare in sintonia con il protagonista.


Penso che questo romanzo valga la pena di essere letto anche solo per l'ultima sezione, quando Nana decide di tornare a essere un randagio per poter stare vicino a Satoru fino alla fine e la profondità con la quale il ragazzo percepisce l'amore del suo gatto è tanto intensa quanto priva di retorica.


Ho trovato che sia un romanzo molto delicato, con uno stile tipico giapponese, che riesce a commuovere nella sua semplicità e riesce a rappresentare quanto i rapporti affettivi possano essere profondi tra un uomo e il proprio animale.

La riflessione sulla mortalità strizza l'occhio a una filosofia orientale, che ci parla di grande armonia con il ritmo naturale della vita e che riesce, a suo modo, ad alleggerire un finale molto pesante emotivamente.


In conclusione, lo consiglio anche a chi pensa che non sia il suo genere o a chi non ha animali, perché i temi che tratta sono universali e toccano corde profonde in ognuno di noi.


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